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Pet Food

 

Negli ultimi anni con l’aumento della disponibilità dei beni di consumo e il profondo cambiamento degli stili di vita, il concetto di alimentazione in campo umano è stato notevolmente ampliato. L’iniziale percezione di qualità di un alimento è stata arricchita di aspetti socio-culturali, ambientali ed etici offrendo all’industria alimentare la possibilità di sperimentare e proporre sul mercato una vastissima gamma di prodotti in grado di soddisfare contemporaneamente esigenze salutistiche, edonistiche e di servizio.

Il crescente grado di antropomorfizzazione e l’aumento anche negli animali da compagnia di patologie “benessere” correlate haportato alla ricerca di innovazione anche nella scelta delle diverse formulazioni dei mangimi per pets.

La scelta degli ingredienti costituisce un elemento chiave nel marketing di un mangime ed è all’origine della diffusione di formulazionicontenenti materie prime selezionate e preparatein accordo con le mode alimentari. Un aspetto particolarmente sentito dall’acquirente,la palatabilità del mangime, è alla base del crescente consenso per i cosiddetti prodotti d’éliteche spesso richiamano nelle loro formulazioni ricette tipiche della tradizione culinaria nazionale.Tra questi, i super-premium gatto a base di pesce (trota, salmone, pesce bianco o pesce azzurro) sono costituiti per lo più da mangimi in monodose generalmente d’importazione  da paesi comunitari o extraeuropei.

Analogamente al settore alimentare e alla luce di una tale varietà d’offerta la tracciabilità e l’etichettatura dei mangimi assumono quindi un ruolo fondamentale sia per la tutela della salute animale che per gli interessi del proprietario. A tale proposito già con l’introduzione dei Regg. CE 178/2002 e 882/2004 si era assistito a una equiparazione delle responsabilità degli Operatori del Settore Alimentare e mangimistico (OSA e OSM) ed all’uniformazione dei metodi di controllo ufficiale sui prodotti destinati sia al consumo umano che animale. Per il settore mangimistico il quadro normativo è stato ulteriormente ampliato con l’introduzione del Reg CE 183/2005 da cui però erano esplicitamente esclusi tutti i prodotti destinati agli animali non produttori di alimenti fino all’emanazione del Reg CE n. 767/2009 che ha sancito definitivamente l’estensione di tutti i principi riportati nei regolamenti antecedenti a tutte le tipologie di mangime comprese quelle destinate agli animali d’affezione.

Secondo quanto specificato nel Regolamento al fine di garantire un acquisto consapevole e un corretto utilizzo del mangime, l’OSM è il primo e unico responsabile delle informazioni obbligatorie (a destinazione d’uso, il tempo e modo di impiego del prodotto, composizione analitica) e facoltative riportate in etichetta. Per questo motivo sono vietati claims e diciture che potrebbero indurre in errore l’acquirente. Nonostante ciò,considerando che l’utilizzo e la pubblicizzazione determinati ingredienti influenza direttamente il costo del prodotto,soprattutto per i prodotti d’importazione,è plausibile che siano utilizzate denominazioni di vendita non corrispondenti per ottenere un maggiore appeal di mercato.

In sede di controllo di conformità, per i mangimi inscatolati e sterilizzati, la sola ispezione visiva è spesso inefficace a causa della perdita dei caratteri morfologici identificativi per questo motivo è necessario offrire strumenti di controllo analitico alternativo tra i quali l’analisi del DNA si è già dimostrata uno strumento efficace nell’identificazione di specie anche su prodotti ittici inscatolati.

In quest’ottica, il presente progetto di studio ha avuto lo scopo di identificare le specie ittiche contenute in mangimi per gatto e confrontare i risultati ottenuti con le indicazioni riportate in etichetta rispetto alle diciture “Bianchetto” (novellame di Sardina pilchardus), tonno, tonnetto e sgombro al fine di verificarne la conformità della composizione. L’analisi molecolare è stata effettuata su una porzione del gene mitocondriale  per il 16srRNA già selezionato e testato come marker universale in numerosi studi di identificazione di prodotti ittici. Dato l’elevato grado di frammentazione del DNA iniziale, per l’identificazione molecolare sono state disegnate coppie di primers in grado di restituire prodotti di PCR di lunghezza variabile fra 77 e 295 pb. Le sequenze ottenute sono state quindi sottoposte a sequenziamento e utilizzate per le successive analisi BLAST (Basic Local Alignment Search Tool) e FINS (Forensically Informative Nucleotide Sequencing) per la verifica delle informazioni riportate in etichetta.

Come osservato in altri studi, anche un frammento corto del gene 16srRNA costituisce un valido strumento per l’identificazione di specie, sebbene con differenti livelli di discriminazione, e può essere applicato all’identificazione di un’ampia varietà di specie. I risultati evidenziano una non corretta etichettatura nel 100% dei casi per i bianchetti e nel 40% dei casi per i filetti.

PUBBLICAZIONI

1. Armani A., Tinacci L., Xiong X., Castigliego L., Gianfaldoni D., Guidi A. “Fish species identification in canned pet food by BLAST and Forensically Informative Nucleotide Sequencing (FINS) analysis of short fragments of the mitochondrial 16s ribosomal RNA gene (16S rRNA)”. 10.1016/j.foodcont.2014.10.018. Food Control (Accepted for publication 14 October 2014).

2. Guidi A, Tinacci L, Armani A, Castigliego L., Gianfaldoni D, “Species identification in petfoods by using blast analysis of a fragment of the mitochondrial 16s ribosomal rna gene (16srRNA)”, LXVII Convegno della Società Italiana delle Scienze Veterinarie (SISVet), Brescia, Settembre 2013.

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